gridi di luce nella gola arida di un mattino
reclamano labbra e occhi da scavare
sete di pienezza ingorda
lembi di un passato
scrutano fino a farti male
orizzontalmente maceri le veglie
come calice di un veleno voce silenzio
parola suono inacerbato da respiri
incisi su duplice forma
ma integra e intera la verità
attraversa te che mi spegni e mi accendi
nella tua assenza
mi reclami dono tangibile e perverso
alteri e corrodi il rizoma che ti spezza
rendi esile un volto cangiante
sconfini nei recessi irredenti
colmi di occhi sconfinati
investono il centro irripetibile
ma non appagano
zone di ombra
sussurri nel fragore di merli
scolpiti dal tempo
solo rifrazioni segnano il giorno
m.a.