Rifrazioni

gridi di luce nella gola arida di un mattino
reclamano labbra e occhi da scavare
sete di pienezza ingorda
lembi di un passato
scrutano fino a farti male
orizzontalmente maceri le veglie
come calice di un veleno voce silenzio
parola suono inacerbato da respiri
incisi su duplice forma
ma integra e intera la verità
attraversa te che mi spegni e mi accendi
nella tua assenza
mi reclami dono tangibile e perverso
alteri e corrodi il rizoma che ti spezza
rendi esile un volto cangiante
sconfini nei recessi irredenti
colmi di occhi sconfinati
investono il centro irripetibile
ma non appagano
zone di ombra
sussurri nel fragore di merli
scolpiti dal tempo
solo rifrazioni segnano il giorno

m.a.

in limine ti cerco

dentro la gomena che sfugge
al controllo della sera
ti cerco
nei rigori di un tempo che invade
le tempie a doppia lama
i sapori di labbra tra cardini di traversate
come nuvole nel loro esodo
ti cerco
nel grembo di paese in quel soffio
tempestato di suoni
*
dentro il cerchio zampilla
frescura sotterranea di gemma
ti cerco
su fiori di glicine
vibrano di nuovi sensi
nemici di foglie
tendono al mutamento per un gesto solo

una sete avanza nel respiro
sconfina su varchi per un sogno di nascita
*
in limine ti cerco per lungo spazio
in grazia di un anelito
mano che sfiora l’arcobaleno

anche per un momento
nel tuo esistere

m.a.

E le stelle assenti…


E le stelle assenti, e non un Dio nella sera d’amore di viola: ma tu nella sera d’amore di viola: ma tu chinati gli occhi di viola…»D.Campana

nude disarmonie
dentro uno scrigno di limbo in ascolto
sigillate su una pelle
in bilico tra la fuga e l’esistenza
bruciano e fanno di noi terra fumante
sapore lento di lotta in una zolla
per reinventarsi un destino

non si anticipano che i sogni di ieri
ma il mistero che sprigiona
i sogni di domani
germinati da palmi oltre ogni dire
forse avrà frange ondulate
occhi sorridenti a scandire
giornate di steli
accadrà quando e se accadrà

intanto mi infrango come questa rivolta d’azzurro
sotto una cupola solidale ai moti delle onde
che si increspano al vento
fluisco in un gioco di rifrazioni
universo di luce irradiante
che sfugge a un indistricabile niente

m.a

Si parte dal dolore…….

(ANCHE SU ARTEINSIEME DI RENZO MONTAGNOLI)

si parte dal dolore del mondo
dove contano i gesti
le parole in libertà
incise su arene di fuoco
per noi espropriati
tra il sonno e la veglia
a ricercare suoni
*
si parte da lontananze
scese nel mutato cuore
immerso su bordi
lambiti dal silenzio
con echi di riflessi
saturi di presagi
*
si  parte da un moto circolare
scalpita arde
fino a farsi tufo
nella brocca degli incensi
si annida
dentro fino al compimento
dopo le mareggiate
su fondali di mare
*
si  parte da un tempo
intriso di dolore
smarrito dentro orbite vuote
cerchio di cielo impeto di venti
risuonano di gemiti le rive
demenza di parole
Erinni nelle menti
se troppo silenzio
o strepito di ali mi attraversa
un soffio di vento
da virgulti perlati
snoda
una sillaba piena
di tralci appena nati
neve di promessa
stralcio di luce
appena sussurrata
*
si parte da una balugine cieca
su cardini sconnessi
di fuochi spenti
che grondano frammenti
da invocazioni recise
di perdono
su marosi bianchi
come la nostra anima
da gemiti arcani
mani su varchi
che soffocano rugiade
*
si parte da foglie di quercia
che fluttuano
e si annodano al respiro
poi si accendono silenzi
nelle viscere stesse della terra
*
si parte da un’eco scomposta
che sostiene sulle spalle tutto il peso

nell’abisso del tempo
il suo dolore
e il mio
m.a

Al dio dei ritorni


Quando tornerai
con la tua lira
a tessere arabeschi
muterai le carni
di tutti i destini
non informe intreccio
di sviliti mondi
non rullo di tamburi
ma ciò che sgorga
dal silenzio
specchio
di ogni verità
Quando verrai
o dio dei ritorni
mi coprirò di rugiada
e forse morirò
per ogni possibile resurrezione

m.a. da “Riflessi di rugiada” pag.79, sez mitologica , 2011

Nel grembo di demetra

chissà perchè all’alba l’Etna
scolpisce a caratteri di fuoco
parole incomprensibili
nel grembo di Demetra
strazia ogni respiro
voce  rovente
recide il cuore
in rulli di memorie

*
chissà perchè all’alba l’Etna
sradica dal buio tanta forza oscura
assoggetta l’universo
ne dirige il corso
dietro ad una realtà
ce n’è sempre un’altra dietro
ed un’altra ancora


si sente nelle viscere l’offesa
appare e si dilegua
radice multiforme
abisso e origine
del conoscere e del divenire

m.a

Per questo nutrimento

per questo nutrimento mi frantumo
tra sabbie eternamente mute
e fuoco alle caviglie
sigillo la mia sete su litorale inquieto
il tempo -non so -se esiste veramente
*
per questo nutrimento impazzo
in dune dall’argilla dura
su brezze erratiche divenute volto
attraverso l’aria che le annulla o disegna
fino al cerchio che si impenna

*
per questo nutrimento dissacrante
una luna imberme recide i suoi barlumi
scansando elegie d’amore
su labbra dischiuse e rulli di silenzi
*
per questo nutrimento Dafne muta
accadimenti crolli assenze in un cerchio

di barlumi

m.a.

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