
[…] Nella parola muore ciò che dà vita alla parola; la
parola è la vita di questa morte.
Jabès
Forse non aver nulla da dire è la condizione ideale perché si formi qualcosa di unico che meriti, per poco che sia, di essere detto in tutta libertà. Forse scrivere è anche non parlare. Tacere o al calar della notte entrare nel silenzio alla cieca, aprirsi a ciò che manca. Mille volti tratteggiano quel senso perduto dentro la magnolia. Il piede inciampa sui sentieri di ghiaia ma non fa male più di quanto può farti male un fallimento. Solo che i frammenti su cui costruire un riparo richiede un inizio e la pietà aleggia striata di premonizioni. Ho il peso dei sogni nelle mani e il fuoco sulla terra, dolore sopra dolore chiude ogni spiraglio e non tollera sparizioni. Placare le palpebre stanche e rannicchiarsi dentro questo flusso che restituisce le chiavi della memoria non intralcia la vista e la sua voce mi raggiunge sempre. Ripiegarsi nelle giunture di una foglia di aloe nei dettagli misteriosi delle pagine di Rimbaud e fiutarne i suoni che si levano sancisce la risposta alle attese. Questo è quanto vale nell’oscillare della terra.
Maria Allo
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