abito la notte

foto di Martina Skrobot
artlimited_img121526.jpgcuori

abito la notte e scivolo sul silenzio
da secoli
adagiandomi su fianchi
che trasgrediscono la luce
[voragini di ali impastate con foglie
vacillano nel vento
]
grandi lontananze mi espropriano
come enigmi di poesia .
a trascinare radici in aria è questo fiume
custode di mille volti
retaggio di naufragi e più alti silenzi
nella notte
*
metto in fuga il silenzio
da una foglia viva e dalla fronte
[diviene poi grido in lontananza
dubbio spalancato e liquefatto
]
suono di vento assiderato
a folgorare distanze tra gli scogli
solcando nel disegno dei confini
il buio da cui proviene questa luce
a radere i nostri visi
in cielo e in terra
come graffio di nube bianca
su azzurro terso
sono vento
*
cade la luce del giorno in pozzanghere
[capovolte]
lungo viali di oblio
ma la terra sa di vigore e crepitio
in fondo alle cose
di lama splendente nel mattino
dentro una scia di rigagnoli in volo.
tra i palmi delle mani
nelle radici la terra vive
screziata di intemperie
oltre le foschie.
[oggi schiodata da un cielo in frantumi]
a riversarsi è l’acqua su confini slabbrati
di malessere a folate
ma più acuti gli odori
segnano la pelle
e le gocce rimbalzano con forza
su tetti e soglie che mi porto dietro
fino a bruciare nel ventre
come fuoco

Copyright [inedito 2014]© Maria Allo

al di là della polvere

0 - Copia

al di là della polvere dovremo bastarci

sollevare il velo di nebbia che ci segnerà la fronte

lasciare orme tenere ai figli come radici vitali di linfa .

ma la notte ci tiene in pugno come l’autunno

in una foglia

e incisioni di nebbia [che ci divide ]

echeggiano sul nostro andare riarso e muto

non c’è primavera che tenga questo fiato in volo

[sale di terra bianca su luoghi alienati da vuoti]

antica e nuda di promesse ma folta di demoni .

gli istanti gli istanti nevrosi di respiri sillabati

incapaci di accogliere l’unica nota nel frastuono

e le sue intonazioni

m.a.

tutto si contiene

foto di Katia Chausheva
artlimited_img509018.jpgdonna di spalle ora
tutto è dentro e tutto si contiene.
inferno e paradiso
il cielo nella mente brulica di oblio
la terra di luce morente tace.
come volto trasparente la luna
mi attraversa
quasi ombra offuscata dalla pioggia
scivola nelle mani dischiuse
ma forse è il mare a sfiorarci
in un giorno dove tutto è accaduto
[distacco equivale a nascita]
inizio è andare
sentire il fruscio di alberi
radicati in un canto perduto
solco lambito da stagioni imperfette
su varchi rimossi e autunni in rivolta
dentro un vortice di pollini
vive di terra e di crescita il silenzio
tralcio tenace che non cede
fino al cerchio al mutamento
m.a.

resistenza

artlimited_img436655.jpgdonna mare libro - Copia

nel disordine del giorno
coaguli di notte
stringono la gola
mentre si fa sempre più distante sulla terra
il cielo

siamo corteccia e albero
limite e soglia
in un dedalo di sentieri
interrotti verso la radura
ma in ogni passo
alzare lo scarto
su interstizi e venature
si fa assedio di carne
ascesa alla fonte
folgorazione
materia inafferrabile
su sguardo d’aquila
fino al cerchio al mutamento
in cui si radica il gesto la parola
quando il silenzio ha labbra
mortali e ci afferrano  mani amate

[conosciute]

m.a.

spazio di voce

Spaiata voce dal grembo affiori

sguainando luce

ma non c’è alba a riparo

solo ferite scomposte

su echi di distanza a dissipare

suoni e respiri

[spazi bianchi corrosi

a margine di inganni]

di tanto in tanto a frugare tra segni

affiorano grappoli di luce in mezzo

alla radura

allora vivere è dono che regge.

m.a.

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dolore…eppure l’ombra veste le parole

un crepitio di foglie a dipanare pezzi d’enigma

che trascrivono la notte

quanto a me sarò bruciata da un precipizio di lava

su schizzi informi

[non c’è resa che tenga /nel naufragio d’agosto

se non reimparare la nudità che ci contiene]
m.a.

non c’è riparo

artlimited_img500121 - Copia (2)

Si abita l’origine entro anfratti di nebulose
intrise di strappi qui in Sicilia
ma si tiene l’alba dentro il petto
che rigenera la terra e questo mare ancestrale
dall’odore di sale che mi attraversa
a vegliare diviene roccia immota
che insegue stretta alla luce la distanza
ma non c’è riparo all’assenza
tutto è già compiuto nella resa
e tra la radura il nespolo sonnecchia

m.a.

nel vento che ci scuote

artlimited_img498623 - Copia
Quando il vento investirà la tue rive
sarà solo notte in mezzo ai prati
e a vegliare i versi dimenticati
più rapida si leverà la scia di colori
chè la vita geme
ma ovunque libera di schiudere la sillaba nuda
che mai andrà perduta
chè la Vita per quanto cerchi di dividerci
è sorgente di questo nostro esistere
sia pure nel vento che ci scuote
o nel moto terso che rinasce

m.a.

esserci

Dariusz Klimczak
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obliqua una luce dispiega i nostri passi
sulle pietre
orme indecifrabili trascolorano
su rive senza sbocco
su gesti sempre più lenti
che fare delle nostre trasparenze
insidiate
ancora prima dell’alba
che fare se questa luce decompone
in ogni anfratto colori e forme
se tra le maglie del niente
indecifrati volti più in là
sperdono confini
esserci prima di ogni addio
esserci prima di ogni oblio

nel silenzio che ci nutre
più forte del nostro sangue
più forte delle nostre memorie
altri sguardi altri grembi

m.a.

se ci pensi

7
siamo corpo
terra e universo
pianure alberi boschi
sradicati dal vento
voci di scogli lambiti dal mare
gli anni frantumano i giorni
in caduta libera

scottano questa pelle
che affiora nella memoria

il mondo in noi
è centro che ci lega
al medesimo mosaico

Se ci pensi però
il tanfo delle abitudini
distoglie dalla via che porta
alla bellezza

m.a.

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