Scopro dalla finestra incendiarsi il sole e l’orizzonte. Ecco l’attimo per ritrovare sulle labbra le mie ali brivido della vita intera vicina al sangue
come approdo senza sapere di chi sia la pelle e quella voce . Ecco porta via le nubi questo vento nel riverbero dell’aria tutto intorno dove finisce il tempo e il destino tutto ridotto in schegge. Anche la voce di Cassandra si è spezzata le manca il fiato non c’è più nulla da insegnare e se ne sta in piedi alla finestra.
Accosto alcuni versi tratti da “Monologo per Cassandra” della poetessa Wislawa Szymborska:
[…]
Ma amavo dall’alto.
Da sopra la vita.
Dal futuro. Dove è sempre vuoto
e da dove nulla è più facile del vedere la morte.[…]
E di quel vento che alimenta un’alterita’ a lei negata, ancora dice:
[…]
Vivevano nella vita.
Permeati da un grande vento.
Con sorti già decise.
Fin dalla nascita in corpi da commiato. […]
Ma Cassandra non sa e non può insegnare “cos’è davvero un istante, oh, almeno uno, uno qualunque prima di”, prima che finisca il tempo e la speranza che quell’istante nutre.
Accosto alcuni versi tratti da “Monologo per Cassandra” della poetessa Wislawa Szymborska:
[…]
Ma amavo dall’alto.
Da sopra la vita.
Dal futuro. Dove è sempre vuoto
e da dove nulla è più facile del vedere la morte.[…]
E di quel vento che alimenta un’alterita’ a lei negata, ancora dice:
[…]
Vivevano nella vita.
Permeati da un grande vento.
Con sorti già decise.
Fin dalla nascita in corpi da commiato. […]
Ma Cassandra non sa e non può insegnare “cos’è davvero un istante, oh, almeno uno, uno qualunque prima di”, prima che finisca il tempo e la speranza che quell’istante nutre.
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