Month: novembre 2017
solo un velo

Non basta il mattino a restituirci il cielo.
L’alba e gli alberi colmi di distanza
non definiscono il nuovo giorno ancora .
Ecco, l’ennesima tragedia del mare ,
un altro stupro a Roma le piccole odissee
di ogni giorno e le porte dei caffè aperte .
Solo un velo l’Etna oracolare mentre si muore
così la luce che ora brilla tra odori e radici
sembra un dono nella sua bellezza strana.
© Maria Allo
Mi perdono

Emanuela Cau
Me ne sto in ascolto coi colori di Novembre
a sbirciare tra i riflessi del mare
ma l’aria a forma di me diviene attesa .
Le cose che esistono – mi dico- hanno valore
le sconfitte gli abissi la vita che succede.
Ogni cosa come un corpo nudo nel giorno che si chiude
fino in fondo al suo finire e noi
in questa intermittenza di confine
per nascita a camminare in volo.
Niente dura per la vita -mi dicesti- con rauca voce
ma con tutta la grazia della fede che sostiene .
Così da allora non ho bisogno di capire.
Mi perdono.
© Maria Allo
non sai

Romanova Marina
Non sai cosa vuol dire avere un dolore misurato
palpebre chiuse alla luce del mattino
a poco a poco abbandonata al tempo
per un lavoro che oggi ha solo spine.
Non sai cosa vuol dire sentirti straniera
sul ciglio di un cedro finché si radica il silenzio
con suoni distanti per la marea che sale
e tra le pietre ogni cosa accade.
Non sai che l’isola ha il sapore delle sorbe rosse
che mettono radici sulle ali del maestrale
e venano di crepe la fragranza della terra
senza bisogno di capire la distanza che divide
l’amore e la sua lingua antica
nei dettagli indecifrabili del mare.
© Maria Allo
Maria Allo, Su Jolanda Insana
Jolanda Insana, foto di Dino Ignani
Maria Allo, Su Jolanda Insana
L’anno 1977 segna l’esordio tardivo nella poesia della quarantenne Jolanda Insana, quando un gruppo di testi di Sciarra amara è presentato in un quaderno collettivo della casa editrice Guanda, diretta da Giovanni Raboni, poeta e militante nella critica in primis letteraria, ma anche teatrale e cinematografica che, sbalordito dalle schioppettate linguistiche della “Pupara”, così scrive: «[…] dietro o al di là della beffa, dietro o al di là dell’acuto, atroce sarcasmo, è in ogni caso, e senza scherzi, questione di vita o di morte: ed è questo, certo, a far circolare nella poesia della Insana, nel suo personalissimo impasto di sostenutezza aulica e gesticolante allegria dialettale, nel suo epigrammismo che, per naturale paradosso tende a farsi voce ininterrotta, declamazione, poema, una vena di minacciosa, rabbrividente cupezza.» Jolanda Insana è voce poetica italiana fuori dal coro. Sciarra è termine siciliano…
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qualcosa che conta
Solo gocce di pioggia .
L’onda rifrange i segni convincenti dell’alba,
riflessi di noi nell’acqua e la fonte di luce
che si riversa sul mare.
Come fendente fra le carte ci afferra
Il cerchio del giorno e della notte,
oscillano le cose, ombra e chiarore .
Ci serve un orizzonte al sorgere del sole
a ogni tramonto , nella tua voce di pioggia
mentre soffia tra i germogli un dono
perfino nel silenzio tra le crepe
qualcosa che conta
visto che niente dura senza amore.
© Maria Allo