Riconobbi all’istante la voce che salva.
Dalla resina dei rami vidi
pupille di stagioni e vi appoggiai la fronte.
Ora il mandorlo fiorito
si china a cercare quel sogno
mentre la vita dilegua alla sua foce.
© Maria Allo
Chiudersi in nido e fare un passo indietro
quando un’onda diffidente stride
come lama affilata dentro la sabbia
finché il silenzio che si alza ti riafferra.
Prende forma in qualche modo
[un prezzo da pagare]
l’unico modo più distante in cui
la vita sommessa vegli la visione
senza sbagliare direzione
© Maria Allo
Non si muore che soli come puntute foglie
quando basterebbe lo sguardo colmo
di un melo in fiore e il coraggio di un cigno
dalle ali distese in pieno volo.
Ogni ombra è cielo inerte tra la goccia
suono tra le ciglia a muso duro
prima di generare un’aria che sorprende
ma nulla in cambio contro il mondo.
© Maria Allo
Sillabari dal cortile’, la poesia civile di Fernando Della Posta
Fernando Della Posta in “Sillabari dal cortile”, titolo che richiama quello del racconto di Goffredo Parise, dà voce alla poesia di contenuto civile su un piano, reale. È infatti presente un chiaro riferimento alla realtà storica contemporanea, segnata dalla pandemia e dal desiderio di reagire a una condizione di inerzia per maturare una coscienza dei propri doveri e della necessità di un impegno attivo. Ma è anche attraverso gli incontri e i rapporti con gli altri, come ha giustamente notato la Prof.ssa Maria Allo.
https://www.900letterario.it/autori-emergenti/sillabari-cortile-poesia-della-post
Per quanto può durare il viaggio…
Volteggia sospeso sui tetti delle vie
tra calendule nell’orto delle attese.
Con furiose radici prende corpo
un’altra isola e la vita in altre forme
quando l’amore in mille modi salva
[trova spazio l’aria e a lungo si posa
tra le braccia nel fruscio del sangue]
Per quanto può durare questa veglia
recinto del mio corpo fra le tue mani?
© Maria Allo
mia nota
“Memoria? Quale memoria? Di me che ritorno sulla soglia che manca?” Proprio l’esperienza di soglia sembra essere l’asse portante della prima sezione di “Case Sepolte” (i Quaderni del Bardo Edizioni, 2020), dentro il cui alveo, Pietro Romano ha elaborato la sua ricerca visionaria. “Case sepolte dentro ogni casa riflessa. Soglia al sostare, speculare tutto in un tutto scisso, parziale.” In un certo senso lo specchio profondo dentro cui la sua coscienza si è specchiata e, se il poeta non avesse osato entrare in quel gioco fra ombra e luce e indagare il valore delle parole, mettendo in scena la visione che palpita negli strati profondi dell’immaginazione oltre la soglia del noto, nessun orizzonte creativo si sarebbe mai aperto.
https://www.900letterario.it/poesia/limen-case-sepolte-pietro-romano/
“You have to inhabit poetry
If you want to make it.”
Anne Stevenson
Ci sono giorni da mandare a mente
con vuoti e pieni in continuo moto
assensi imprecisi da trasgredire
al rischio di perdersi.
Ci sono silenzi senza confine
in un tempo per cuori fragili
riverberi di un coro che risuona
nell’esistenza vera.
Ci sono affetti concreti da tenere
per mano e tuberose bianche
nella terra umida da crescere.
© Maria Allo
Resistere a questo gioco di ombre
Ai dubbi al vivere sadico di attese
Ai fraintendimenti strabici di un anno
Brucato di assenze e di vuoti da riempire.
Un giorno sapremo apprezzare forse
Anche il nostro esilio le vite deformate
La carezza dei libri le telefonate le sere
Di sconcerto senza luna e nel sangue
Le morti voraci che il cuore non regge.
Divenire è vivere vorace cambia luce
Come in ogni tempo pulsa assedia
Ma il futuro trabocca ogni immaginare.
© Maria Allo