Come frutto amaro
prigioniero del tempo
questo non-finito disordine
senza un indizio concreto
che tracci continuità
del nostro appartenerci
di gradino in gradino salperà
scie di foglie all’ombra
di crepe riarse
a percorrere alvei di silenzi
come segni di alfabeti sconosciuti
nel confine di memorie sospese
ma stasera l’impronta del mare
increspa di voragini le rive
un canto senza suono disperde
in risacca la rotta
del nostro andare
m.a.