odissea

Sbiadiscono sotto il cielo di tutti
i nostri corpi anemici
senza i colori dei sogni
volti e forme mutevoli
non presenze
che diramano stili smarriti
nei pentagrammi ostinati.
Ci attraversa la coscienza sottratta
alla luce e una forma di silenzio
che scolora.
In letargo le nostre omissioni
sventrate da distanze in un tempo
che rimane tra le foglie.
Custodiamo un riparo dal dolore
rugoso delle attese
ma ci furono dati anfratti irti
già segnati nel caos informe
dei sopravvissuti. Un mortorio.

A tanto si si riduce l’infinito?

© Maria Allo

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