Nel mosaico del tempo

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foto mia

Quante pietre nel mosaico del tempo…
Vedi, si dissolvono nel tufo dell’esistenza
le acque cristalline dei poeti
ma il tempo ne disvela la memoria.
Nessuno mai come loro ha voce
inconfondibile dentro il brusio vocale
sotto il segno delle mode maculate.
Eppure nello sfacelo il dolore
ancora qualcosa insegna sull’amore
così si regge un peso di cenere
prima di arrivare alla radura.
Ne va di vivere col corpo e con la mente
e dopo una resistenza fuori dal comune
il destino avrà il sapore del melograno
dicibile solo al nostro amarci.

© Maria Allo

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Cerchi di limbi assorbono ragioni
intrisi di ciò che cede
alta tensione ogni cosa che resta
per noi arsi di grafemi
e viviamo consumati nel disordine
a plasmare interdizioni
rifocillati di usura
ma estranei a questi cieli sfioriti
davvero pungola l’attesa
in un gomitolo precipite
di devastazione.

Farneticare è il male minore
se in tale incesto di lame
si rima in tulipano di pietà

m.a.

foto di F.Woodman
41fwdmn
Non serve ridestare colori visioni
di quiete indicibile
passione di foglia
in divenire
su incedere di bacche
se a snervare innesti
di stagione
su passi cadenzati
aperti a cenni
si conficcano chiodi
a tradimento
se frantumare erba e terra
tra le palme
è già morte
in questo futuro di amputazioni
che ci coglie
m.a.

07fwdmn
Insabbiature nella notte gioco di ombre
in un fardello di carne
vincolato alla carità del sangue
ribelle corrompe
ogni preghiera di flutti su labbra esangui
dietro ai rintocchi delle ore
non vi è luce se non delirio
come nel disordine
l’etna si arrovella nel fragore
tu associa i miei scritti
alla tua pace

m.a.

Fr. (a futura memoria) ” che mai più succeda di scivolare nel fondo di una parola”

Egon Schiele

ad ogni passo nasco

per una foce che non esiste

ferita attraverso l’ombra

di una condanna

a tratti parole si frangono

in silenzi fino a vene profonde

e mai così nude

la verità si sperde dentro i tuoi occhi

sguardo di sale volto di pietra

scavato nel buio di terra straniera

‘*

brucia tristezze un incenso effimero

e non lascia tracce di ore di giorni

annodate al respiro di cenere muta

detriti solo detriti di occhi assenti

asserragliati e non presenti

ti rinnego e trafiggo parole

ma le proteggo con tanto fiato in gola

nel silenzio che mantiene

in ginocchio le parole

accecando stupori e redenzioni 

*

intanto tu distorci le palpebre al cielo

in cambio di una gola arida

che lancia strali e silenzi di pietra

derubi la luna per un demone

a cui non sfuggirai

aguzzino di te stesso

e non poeta

m.a.

 

non siamo a Cuba

non dire che non parli con i suoni del silenzio
nel mattino affilato per ogni tocco
con le ali aperte sempre pellegrine
da tempi sconosciuti
squarci di polveri non solo disinganni
hanno code di silenzi smisurati
fra una nuvola e l’altra per ogni siepe
come passeri ciarlieri tra roseti

da una strada all’altra si sceglie una vita
ma qualcuno stabilisce la tua sorte
non ti stupire -in fondo-
nel fragore del mattino
ognuno fa quel che vuole
non siamo mica a Cuba

m.a.

***

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