abito la notte

foto di Martina Skrobot
artlimited_img121526.jpgcuori

abito la notte e scivolo sul silenzio
da secoli
adagiandomi su fianchi
che trasgrediscono la luce
[voragini di ali impastate con foglie
vacillano nel vento
]
grandi lontananze mi espropriano
come enigmi di poesia .
a trascinare radici in aria è questo fiume
custode di mille volti
retaggio di naufragi e più alti silenzi
nella notte
*
metto in fuga il silenzio
da una foglia viva e dalla fronte
[diviene poi grido in lontananza
dubbio spalancato e liquefatto
]
suono di vento assiderato
a folgorare distanze tra gli scogli
solcando nel disegno dei confini
il buio da cui proviene questa luce
a radere i nostri visi
in cielo e in terra
come graffio di nube bianca
su azzurro terso
sono vento
*
cade la luce del giorno in pozzanghere
[capovolte]
lungo viali di oblio
ma la terra sa di vigore e crepitio
in fondo alle cose
di lama splendente nel mattino
dentro una scia di rigagnoli in volo.
tra i palmi delle mani
nelle radici la terra vive
screziata di intemperie
oltre le foschie.
[oggi schiodata da un cielo in frantumi]
a riversarsi è l’acqua su confini slabbrati
di malessere a folate
ma più acuti gli odori
segnano la pelle
e le gocce rimbalzano con forza
su tetti e soglie che mi porto dietro
fino a bruciare nel ventre
come fuoco

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