senza preavviso

Svegliarsi e sentire un macigno

senza preavviso

fino a spegnersi con lo sguardo

affondato in una resa

come dopo il referto

in un archivio

e tu in un angolo remoto

nel buio del tunnel

con la pena di una vita andata

Intanto il coltello affila

la condanna

© Maria Allo

mi fiorisce…

Stamane sale marino si annoda
alle tempie come un riparo
ma solo spruzzi nelle mie mani
increspate e poi il boato…
[…devi fidarti il sole ancora brilla
come un sacramento tra le foglie]
Nel flusso si percepisce il mondo.
Sulla pelle il marchio di un dolore
ci lega giorno dopo giorno
come indaco buio volteggia.
Lembi di passato scrutano
fino a farmi male,
orizzontalmente si macerano veglie
come calice di un veleno
che non promette scampo.
Acini di alfabeti dispersi si flettono
dentro le venature delle mie gote
sempre più sottili…
Ma le tempie del mare balenano
mia madre in dissolvenza,
i tratti del suo viso
l’ancora della sua fermezza
su margine in frantumi di silenzi.
Ecco. Assaporo il pane caldo
delle mie mestizie.
Intanto mi fiorisce dentro
Aprile.

© Maria Allo

 

Aylan Kurdi sulla spiaggia di Bodrum

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Danilo Balducci

Lasciami parlare del mare e dei suoi abissi.
Non c’è che mare, sempre più oscuro
al cadere del vento e tra le braccia
bambini estenuati da sete e sole
su barconi in cerca di un futuro
rovesciati sulle rive.
Volti marchiati di paura
nel cuore in fuga dall’orrore.
Si fa luce nelle trasparenze
come i ricordi o ciò che manca
– vedi – resta questa gola insabbiata
un foro dentro il petto
con sterpaglie in tutte le stagioni.
Aylan Kurdi sulla spiaggia di Bodrum
resta un baluardo per restare umani.
ora non si può più ignorare.
Lasciami parlare della notte
quando si addensa
sulle tempie e sul tuo nome
allora mi rischiari e resti
dentro questa carne
strappando l’ombra e la distanza
che avvicina il cielo.
Lasciami il tuo coraggio
arato sulle labbra
custodisce i confini e li annoda alla terra.

©Maria Allo

“Solo rami sugli alberi di pruno”
Antonella Anedda
artlimited_img397439.jpgdonna oggi

tra rovi e ombre fino al varco
restano petti asciutti alla ringhiera
assopiti i tronchi in mezzo ai prati
come rintocchi lontani nel maestrale.
siamo in guerra
gli ordigni recidono il respiro
e il senso scisso provoca torpore.
[quale il compimento e quanto si è perduto]
vedi il vento infuria nel suo volo
e il vortice del fango si assottiglia
così nel caos del diluvio c’è riparo
meno oscura la notte se riflette il mare.

[l’uomo ha sempre da essere il suo essere]
© Maria Allo

è violenza

«… siamo soli ed abbiamo la totalità di un mondo di fronte a noi»
N’Dréa Doria
artlimited_img150644.jpgmaria - Copia

su ruvide cortecce di silenzi
gocciola la notte
si ferma qui a vivere
anoressica la luce d’inverno
a pulsare segnali schiacciati contro il muro
in questo cielo.di sempre.
ma è violenza anche questo
non custodire il dolore
è violenza non accogliere il grido d’amore
che nasce da una terra in ginocchio.
di questo è il vento a tacere.
eppure [nuova]resta concreta la parola
dinanzi all’orizzonte senza liturgie
come oblio imploso tra le tempie di un poeta

Copyright [inedito 2014]© Maria Allo

tra i cardi le parole

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parole come alberi o pietre
inesausta voce di radura
silenzio che s’inerpica
[come fiume in piena tra solchi e rovi
interrotto di buio e di cadute]
dietro abrasioni e cigli di tombini
a disvelare origine di volo.
in questo tempo perduto nel canneto
esplode l’ombra al suolo
imbrunando il cielo
noi radici atemporali tra due vuoti
a fecondare tra i cardi le parole

Copyright [inedito 2014]© Maria Allo

abito la notte

foto di Martina Skrobot
artlimited_img121526.jpgcuori

abito la notte e scivolo sul silenzio
da secoli
adagiandomi su fianchi
che trasgrediscono la luce
[voragini di ali impastate con foglie
vacillano nel vento
]
grandi lontananze mi espropriano
come enigmi di poesia .
a trascinare radici in aria è questo fiume
custode di mille volti
retaggio di naufragi e più alti silenzi
nella notte
*
metto in fuga il silenzio
da una foglia viva e dalla fronte
[diviene poi grido in lontananza
dubbio spalancato e liquefatto
]
suono di vento assiderato
a folgorare distanze tra gli scogli
solcando nel disegno dei confini
il buio da cui proviene questa luce
a radere i nostri visi
in cielo e in terra
come graffio di nube bianca
su azzurro terso
sono vento
*
cade la luce del giorno in pozzanghere
[capovolte]
lungo viali di oblio
ma la terra sa di vigore e crepitio
in fondo alle cose
di lama splendente nel mattino
dentro una scia di rigagnoli in volo.
tra i palmi delle mani
nelle radici la terra vive
screziata di intemperie
oltre le foschie.
[oggi schiodata da un cielo in frantumi]
a riversarsi è l’acqua su confini slabbrati
di malessere a folate
ma più acuti gli odori
segnano la pelle
e le gocce rimbalzano con forza
su tetti e soglie che mi porto dietro
fino a bruciare nel ventre
come fuoco

Copyright [inedito 2014]© Maria Allo

al di là della polvere

0 - Copia

al di là della polvere dovremo bastarci

sollevare il velo di nebbia che ci segnerà la fronte

lasciare orme tenere ai figli come radici vitali di linfa .

ma la notte ci tiene in pugno come l’autunno

in una foglia

e incisioni di nebbia [che ci divide ]

echeggiano sul nostro andare riarso e muto

non c’è primavera che tenga questo fiato in volo

[sale di terra bianca su luoghi alienati da vuoti]

antica e nuda di promesse ma folta di demoni .

gli istanti gli istanti nevrosi di respiri sillabati

incapaci di accogliere l’unica nota nel frastuono

e le sue intonazioni

m.a.

tutto si contiene

foto di Katia Chausheva
artlimited_img509018.jpgdonna di spalle ora
tutto è dentro e tutto si contiene.
inferno e paradiso
il cielo nella mente brulica di oblio
la terra di luce morente tace.
come volto trasparente la luna
mi attraversa
quasi ombra offuscata dalla pioggia
scivola nelle mani dischiuse
ma forse è il mare a sfiorarci
in un giorno dove tutto è accaduto
[distacco equivale a nascita]
inizio è andare
sentire il fruscio di alberi
radicati in un canto perduto
solco lambito da stagioni imperfette
su varchi rimossi e autunni in rivolta
dentro un vortice di pollini
vive di terra e di crescita il silenzio
tralcio tenace che non cede
fino al cerchio al mutamento
m.a.

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