disegno di Maria Cristina Costa
Essere matita è segreta ambizione.
Bruciare sulla carta lentamente
e nella carta restare
in altra nuova forma suscitato.
Diventare così da carne segno,
da strumento ossatura
esile del pensiero.
Ma questa dolce
eclissi della materia
non sempre è concessa.
C’è chi tramonta solo col suo corpo:
allora più doloroso ne è il distacco.
[Valerio Magrelli, da Ora serrata retinae, 1980]
Sarebbe bello potersi trasformare in una forma desiderata, chi sceglierebbe però un oggetto inanimato, comune e di scarso valore come una matita? Per di più essa si consuma anche se non completamente. Di lei però resta il segno, ossatura del pensiero.
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Si. Un segno che qualcuno può cogliere. Nel tempo presente o in quello futuro. Seme o forma ancora indistinta ma palpitante sete e polline. Ciao Mary, un bacio
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Il sì, l’accoglimento consapevole, che diventa progetto, ad essere segno , strumento e testimonianza tangibile del Dio eclissato dentro.
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“Tutto il resto è silenzio”… (W. Shakespeare)
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