nel disordine del giorno
coaguli di notte
stringono la gola
mentre si fa sempre più distante sulla terra
il cielo
siamo corteccia e albero
limite e soglia
in un dedalo di sentieri
interrotti verso la radura
ma in ogni passo
alzare lo scarto
su interstizi e venature
si fa assedio di carne
ascesa alla fonte
folgorazione
materia inafferrabile
su sguardo d’aquila
fino al cerchio al mutamento
in cui si radica il gesto la parola
quando il silenzio ha labbra
mortali e ci afferrano mani amate
[conosciute]
m.a.