non si può rinunciare al respiro primigenio
mai dimenticato
ma siamo corpi facili a perderci nelle nebbie
albe mitrate su fondali che non disperdono
mai la notte [ci sta a guardare]
e non c’è niente di finto nel dolore
siamo schegge in ostaggio alla marea
anime in trincea spaginate nel quotidiano strepito
e tra cenere e terra
fermenti di Settembre in agonia
ma dalle ceneri non rinunciare
per un qualche futuro
al respiro da cui prendere respiro
m.a.

“Schegge in ostaggio alla marea”. Un’immagine più reale di così non potevi regalarci divina Maria infinita dolcezza di dolore raccolti tutti dai miei sensi “adunati” ti farebbe eco il non meno tormentato Eluard. Mille petali di baci,Mirka
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