Salvarsi dal disordine nel disordine
dove l’intero tace e grida
immobile e in viaggio senza volto
non c’è verso di scappare
risvegliarsi non è luce che infetta
ma piovosa soglia di primavera
dove radici bevono scissioni
di foglie scandite da richiami
sorgere è nutrirsi di gocce ancestrali
sotto un tempo dannato senza transizione
da respirare cadute ruvide
viluppi di precipizii
[ se dai tempo al tempo ]
da lasciare impronte di silenzio
m.a.
L’assenza é come una zolla di terra quando cade sulla bara,immensa Maria che abbraccio mentre alzo un calice di bollicine d’oro. Mirka
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