“Per mio conto non saprei definire quest’araba fenice, questo mostro, quest’oggetto determinatissimo, concreto, eppure impalpabile perché fatto di parole, questa strana convivenza della musica e della metafisica, del ragionamento e dello sragionamento, del sogno e della veglia”. Eugenio Montale

un raggio

“C’è qualcosa che mi sta aspettando. Forse un giorno avrò una rivelazione improvvisa e potrò vedere l’altra faccia di questo enorme, grottesco scherzo. E allora riderò. E saprò cos’è la vita”. S.Plath
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“Ho paura che la sventura (il destino) sia in me: io non amo, non so amare nulla veramente, fino in fondo, cioè senza fondo – a parte la mia anima, e cioè l’angoscia, che trabocca e si riversa per tutta la terra e oltre i suoi confini. In tutto – in ogni persona e sentimento –io sto stretta, come in ogni stanza:di una tana o di un castello. Io non riesco a vivere, e cioè a durare, non so vivere nei giorni e ogni giorno vivo fuori di me. È una malattia inguaribile e si chiama – anima.” Marina Ivanovna Cvetaeva

Da “Diari”

Covando il mio rancore, brutto e pungente – triste riccio di mare – me ne andai per conto mio nella direzione opposta… Lontana come da una stella, vidi freddamente e chiaramente, la separatezza di ogni cosa. Sentivo il muro della mia pelle: io sono io. Quel sasso è un sasso. La mia fusione con le cose di questo mondo era finita.

*
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SYLVIA PLATH – “VERSI FATALI”

“E una poesia si sciolse da te
come una fronda di capelli sfuggita alla nuca
da recidere e serbare dentro un libro”.
Ted Hughes

” Stasi nel buio. Poi
L’insostanziale azzurro
Versarsi di vette e distanze”.
Sylvia PLath

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